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Recensione: “Re Lear a Manhattan. Capitalismo, satira e tragedia in «Succession»” di Gianluigi Rossini

Buongiorno a tutti sono Elena e grazie di essere su Life Is Like A Wave Who Rises and Falls. Oggi vi parlo di un libro su una serie tv che amo moltissimo:

Re Lear a Manhattan. Capitalismo, satira e tragedia in «Succession»

di Gianluigi Rossini

In un momento in cui la sfiducia verso le classi dominanti è in crescita, Succession ha appassionato il pubblico con lo spietato ritratto di una famiglia di super-ricchi, vagamente somigliante ai Murdoch ma ispirata, in realtà, alle tante dinastie che è possibile trovare a capo degli imperi mediali di tutto il mondo, Italia inclusa.

Nel corso di quattro, intensissime stagioni, la serie ha descritto fedelmente e spernacchiato allegramente la vita dei membri dell’élite finanziaria, vincendo un gran numero di premi e riconoscimenti.

Nel modo perfetto in cui è stata costruita, questa storia è una satira velenosa del mondo contemporaneo, un affidabile ritratto del capitalismo e una tragedia senza tempo che si richiama a Shakespeare. Con uno stile visivo peculiare, che combina il disordine della simulazione documentaristica al lusso delle locationSuccession è senza dubbio uno dei capolavori seriali dei nostri tempi.

Gianluigi Rossini insegna Formati e linguaggi televisivi all’Università di Teramo. Ha pubblicato il volume Le serie TV (2016) e numerosi saggi in riviste accademiche e volumi collettanei. Scrive di serie tv sul Domenicale de Il Sole 24 Ore e su varie altre testate. Si occupa principalmente di television studies, serialità televisiva, narratologia della serialità, podcasting, media digitali.

Classificazione: 4 su 5.

Reading time: dal 31 gennaio al 2 febbraio 2024.

Lettura n° 6 del 2024.

Succession è la miglior serie che ho visto negli ultimi anni, l’ho già vista tre o quattro volte e non mi capita spesso di rivedere delle serie, soprattutto appena concluse perché ne ho molte che vorrei vedere e generalmente preferisco guardare qualcosa di nuovo piuttosto che riguardare qualcosa di già visto. Rossini gli dedica questo interessante saggio che dà una sorta di retroscena sulla realizzazione della serie, sulle esperienze lavorative di Jesse Armstrong.

L’autore inizia paragonando la morte di Silvio Berlusconi a quella di Logan Roy, confronto che è stato fatto sul web ed a ragione perché nei giorni della morte di Berlusconi Twitter “X” era pieno di quei paragoni, cosa che ho trovato divertente in un primo momento ma poi mi sono resa conto di quanto Succession dipinga la realtà. 

L’autore presenta una storia del canale HBO, della sua evoluzione e di come da sempre si sia distinto per le sue produzioni di qualità; poi è la volta della storia della nascita di Succession e di com’è stata sviluppata da Jesse Armstrong. Viene analizzata la serie, dallo script, alla satira presente, alle tecniche di ripresa. Nell’ultimo capitolo viene presa in esame la quarta e ultima stagione. 

L’autore utilizza molte fonti per fare un’analisi della serie tv e fornisce una bibliografia finale. Ho trovato curioso che citi il primo e l’ultimo libro degli Script (Succession: Season One: The Complete Scripts e Succession Season Four: The Complete Scripts) ma non il secondo e il terzo. 

Nel complesso come libro è interessante e piacevole, come anche le analisi proposte, però da un libro mi aspettavo qualcosa in più. Ho visto dei video su YouTube che fanno un’analisi approfondita di ogni singolo personaggio e mi aspettavo una cosa simile in questo libro mentre, invece, resta a livello generale. Non concordo con l’autore su una cosa: credo che ci si possa affezionare ai figli di Logan e si prova pena per loro, perché se non ci si immedesima in qualche modo, se non abbiamo preferenze o se non si prova empatia come si può guardare passivamente una serie per più di 40 ore?

Libretto godibile da tutti gli appassionati curiosi della serie, ma che non sarà sufficiente per i più curiosi. 

Succession è una di quelle opere che cambiano la nostra percezione, fornendo una nuova cornice mentale attraverso la quale comprendere e descrivere una porzione del mondo.

Come tutti i capolavori, contiene troppi mondi per un libro solo: qui, spero, si troverà materiale per l’inizio di una delle discussioni possibili.

Concordo sul fatto che questa serie sia un capolavoro, mi sembra però che l’autore sia restato troppo sul generale nell’analisi della serie… insomma avrebbe potuto fare di più, specialmente in un libro. Per questa ragione ho dato quattro stelle e non cinque.

In una serie in cui ogni singolo fotogramma va dissezionato per separare i vari strati di ironia, questi momenti di regressione all’infanzia mostrano una tesi di fondo molto chiara: gli esseri umani non possono amputarsi l’affettività, dunque non è possibile essere felici in un mondo in cui il valore fondamentale è vincere, affermare se stessi danneggiando gli altri, infischiandosene di regole e princìpi.

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